Cure ai clandestini - Indagine del Cesis

venerdì 5 febbraio 2010


Un anno fa il lungimirante Massimo Bitonci, sindaco di Cittadella nonché deputato parlamentare della Lega Nord, rilascia un' intervista a Stefania Piazzo (La Padania, 29/01/09): “Sanità e stranieri, diritto di cura, ma ora si segnali chi è irregolare” “Il buon senso ci dice che tutta questa storia grida vendetta” “Io penso prima di tutto ai miei cittadini” “I medici sono anche pubblici ufficiali”.
Giusto qualche ora fa il Censis ha esposto alla Lega Nord il pensiero del popolo italiano a proposito del tema “Sanità e immigrati clandestini”:
Chi vuole la sanita' pubblica anche per i clandestini e' l'86,1% dei residenti al Sud, il 78,7% al Centro, il 78,4% al Nord-Est e il 75,7% al Nord-Ovest.Dello stesso parere oltre l'85% degli italiani laureati, l'83,1% dei 30-44enni e piu' dell'85% dei residenti in citta' di 30 mila-100 mila abitanti.Per il 65,2% tutelare la salute e' un diritto inviolabile
(ANSA 5/2/10)

Ricordo al “lungimirante” che la denuncia rappresenta un forte incentivo per il clandestino a non usufruire delle cure. E da ciò scaturiscono almeno 3 conseguenze che bollano come “grande cazzata” il provvedimento in questione:
1) La salute è un diritto, come affermato nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
2) I medici, che lei ritiene dei pubblici ufficiali, hanno un Codice Deontologico:
- Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza discriminazioni di età, di sesso, di razza, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace come in tempo di guerra
- Quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali operaIl medico, indipendentemente dalla sua abituale attività, non può mai rifiutarsi di prestare soccorso o cure d'urgenza e deve tempestivamente attivarsi per assicurare ogni specifica e adeguata assistenza.
3) Verrebbe meno la sorveglianza del sistema sanitario pubblico, che favorirebbe notevolmente la diffusione di patologie infettive come influenza, tubercolosi e meningiti acute.E questo noi non lo vogliamo, vero Mister “Io penso prima di tutto ai miei cittadini”?
BUON LAVORO

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