Casini su Cuffaro: "Un' idea diversa"

domenica 31 gennaio 2010

Continua da: http://voglioandarmene.blogspot.com/2010/01/cuffaro-borsellino-insegna.html

Neanche a farla apposta, gli slogan di Casini riassumano alla perfezione ciò che ho intenzione di scrivere: "Io c'entro" e "Un'idea diversa"

"Io c'entro"
E' ciò che dovrebbe dire Totò Cannolo Cuffaro. Ecco alcuni estratti delle intercettazioni del boss Guttadauro riguardanti Totò:

Miceli: Ho parlato con Totò, gli ho detto delle regionali. Oggi Totò mi ha chiamato per chiedermi “Ci sei stato? Qual è l’obiettivo? Cosa dobbiamo fare?"
Guttadauro: l’obiettivo innanzitutto è cercare di dare una mano alle persone carcerate; di arrivare a livello nazionale per arrivare a qualcuno là che dice “signori miei” e ha il coraggio di spendere una parola in una certa maniera. Io non ho obiettivi, né appalti, né di piccioli, né di cazzi, né di mazzi. Al primariato della chirurgia del Civico ci deve andare uno di noi altri. Queste cose le devi dire a Totò Cuffaro. Parlaci, vediamo come dobbiamo fare, sono disposto a smuovere mari e monti. Fatti dire cosa c’ da fare e con chi c’è da fare "

Guttadauro ad Aragona: ma io guarda l’ho sempre avuto a simpatia a Totò perché rispetto ad altri che sono cacarini questa è una persona normale, che sa fare quello che è eccetera. Certo deve fare il politico, però il politico come a dire io questa cosa te la posso fare così piuttosto che così, ci mettiamo d’accordo. Tu tutto sommato Totò Cuffaro quando si presentò al teatro Massimo tutto il mondo lo ha conosciuto. Io con simaptia a dire "E che cazzo, finalmente uno che sbaglia che non è compassato, si è comportato da cristiano emotivo, indovinando o sbagliando non me ne sta fottendo niente"

Aragona informa Guttadauro che è intercettato. Lui lo ha saputo da Miceli che “a iddu Totò ci u disse

La moglie di Guttadauro trova la microspia ed esclama “Ragioni veru, ragioni avia Totò Cuffaro

Tanto basta per considerare un politico inaffidabile, al di là della condanna, come disse PAOLO BORSELLINO. Invece questo è senatore
E ricordiamo che Guttadauro non è mica il capoccia di turno. E' boss del mandamento di Brancaccio (quello dei Graviano, dopo che furono arrestati); fratello di Filippo Guttadauro, boss del mandamento di Bagheria. Cognato di Matteo Messina Denaro, ultimo dei boss storici, probabilmente il capo supremo di Cosa Nostra e custode del più importante archivio della mafia siciliana, affidatogli per diretta volontà di Riina.
E' a questo che Guttadauro faceva i favori politici

"Un' idea diversa"
Questo dovrebbe dirlo Casini, rispetto alle idee di PAOLO BORSELLINO, secondo cui l'aver avuto rapporti con esponenti mafiosi è di per sè sufficiente per ritenere un politico inaffidabile, al di là del giudizio della magistratura (vedi post precedente).
Per conoscere "un'idea diversa" di Casini leggiamo le sue dichiarazioni dopo la sentenza di condanna di primo grado per Cuffaro, quando i contenuti delle intercettazioni erano già noti:


"Penso proprio di sì, penso che sarà ricandidato"
"Dobbiamo tenere presente che la Costituzione prevede la presunzione d'innocenza fino a una condanna definitiva...I partiti devono assumersi la responsabilità delle scelte, noi ce le assumiamo. Cuffaro credo abbia subito una vera e propria persecuzione giudiziaria...(rischio di dare alla) magistratura il diritto di veto sulle candidature".
" (Cuffaro ha) gia' rinunciato due volte all'immunita' parlamentare perche' non aveva nulla da nascondere. Cuffaro ha avuto una vera e propria persecuzione giudiziaria"
"Difendendo te. Noi e io abbiamo difeso la cultura della legalità contro la cultura del sospetto. (Cufaro) vittima di un linguaggio ignobile della cultura del sospetto che non puo' avere diritto di cittadinanza in un paese civile"
"Mi assumo la responsabilità di ritenere Salvatore Cuffaro una persona onesta. Cuffaro è un signore che fa politica e che qualcuno ha messo sotto processo....(le principali accuse) già smentite nei fatti dai magistrati".
"Sono convinto dell'onestà di Cuffaro e che sarà scagionato dalla magistratura".
"Tra qualche mese, quando Cuffaro sarà assolto da tutte le accuse, tanti sciacalli di queste ore saranno in prima fila a chiedergli scusa"
"Abbiamo gia' detto da tempo che ci assumiamo la responsabilita' politica di aver messo in lista Salvatore Cuffaro, perche' riteniamo che sia una persona perbene, daltronde Cuffaro e' una persona che ha rinunciato per ben due volte all'immunita' parlamentare e io credo che non sia nemmeno giusto che le liste le faccia la magistratura".
"Di mafia ho parlato tanto con il nostro amico Cuffaro. Lui dimostra la serenita' degli uomini buoni e giusti...La sinistra non deve avere il monopolio della questione morale. La lotta alla mafia non deve diventare strumento di lotta politica. Se i magistrati fanno propaganda per un partito la giustizia muore".

PAOLO BORSELLINO fu un grande uomo, leale servitore dello stato. Casini è per ora, in attesa di precisazioni, "un'idea diversa"

Cuffaro - Borsellino insegna


Sappiate tutti che attualmente siede in senato un individuo condannato per "favoreggiamento aggravato per avere agevolato la mafia e rivelazione di segreto istruttorio".
Esistono proposte di leggi che potrebbero favorire sia la mafia sia lo stato (ad esempio lo scudo fiscale, o la messa all'asta dei beni sequestrati ai mafiosi); i politici dovrebbero valutare quanto ci guadagna la mafia, quanto lo stato e trarre le conseguenze in modo che lo stato abbia il massimo beneficio possibile. Cuffaro, avendo rapporti con boss mafiosi, è inaffidabile in quanto "potrebbe" (eufemismo) ragionare in modo che stato e mafia abbiano il massimo beneficio possibile.
E' incompatibile con la carica di senatore eppure non si dimette, nonostante si senta incongruo a ricoprire ogni incarico di partito e abbia lasciato l'UDC

Ora non voglio parlare di Totò Cannolo dal punto di vista penale (a quello ci pensa la magistratura), ma da quello politico (a cui devono pensare politici e cittadini).
Intercettazioni ambientali, ossia con microspie, del boss Guttadauro Giuseppe hanno dimostrato al di fuori di ogni ragionevole e irragionevole dubbio che Totò era in contatto con Cosa Nostra: si apprende che Guttadauro ha appoggiato (con i voti) la nomina di Cuffaro a Governatore della Sicilia e che quest'ultimo ha ricambiato con favori politici e avvertendo il boss delle microspie.
Tanto basta per trarre un giudizio politico e per far dimettere il senatore.

Disse PAOLO BORSELLINO: ora l'equivoco su cui spesso si gioca è questo: quel politico era vicino al mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con associazioni mafiose e però la magistratura non l'ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no, questo discorso non va! Perchè la magistratura può fare un accertamento solo di carattere giudiario...siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti dal genere, altri organi, alti poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie organizzazioni, cioè i consigli comuniali o quello che sia, dovevano aver già tratto le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sonotati tratti perchè ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza "Ah, questo tizio non è stato mai condannato, quindi è un uomo onesto"

Nel prossimo post le intercettazioni e le dichiarazioni di Casini su Cuffaro (diammetralmente opposte a quelle di Borsellino)

Collegamenti
(La vicenda "talpe alla dda" http://voglioandarmene.blogspot.com/2010/01/cuffaro-la-sintesi-della-mafia-politica.html)

Cuffaro, la sintesi della mafia-politica

giovedì 28 gennaio 2010


Finalmente la Corte d'Appello ha condannato Totò CANNOLO Cuffaro: 7 anni di reclusione per favoreggiamento aggravato alla mafia nel processo 'talpe alla Dda'. Totò Cannolo non è persona da meritare molte righe sul mio blog perciò, se volete saperne di più e non siete deboli di stomaco e intestino, guardate qua: http://www.ruttar.altervista.org/indigeni/1_6_cuffaro/cuffaro.htm
Io vorrei invece parlare dei forti rapporti tra Cosa Nostra e "pezzi deviati" di forze dell'ordine, medicina, imprenditoria, politica e massoneria, che emergono dal caso “talpe alla DDA”. Rapporti probabilmente frutto del caso, spesso sdrammatizzati o considerati, per dirla alla Marcellino Mafia e Vino Dell'Utri, "tutte minchiate"

"Talpe alla dda" (direzione distrettuale antimafia): nel 2001 i ROS di Palermo hanno piazzato delle microspie in casa del boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro, ricavando informazioni molto interessanti. Poi, colto da ispirazione divina, il Gutta si accorge delle cimici e le rimuove. Con le indagini, basate tra l'altro su intercettazioni e tabulati telefonici e pentiti, si scopre che la fuga di notizie è partita dai ROS ed è arrivata al Gutta tramite un telefono senza filo formato da carabinieri, Totò Cannolo e medici

Ritratto del boss del nuovo millennio

Leviamoci dalla mente lo stereotipo del boss massaro, con coppola e lupara, che parla esclusivamente dialetto (alla Riina e Provenzano insomma). Oggi la mafia siede dietro la scrivania
Il Gutta è un medico, e boss non di un mandamento qualunque, ma di Brancaccio (famigerato mandamento dei Graviano). Chi lo unisce a doppio filo con Totò Cannolo (presidente della regione, non dimentichiamo) non sono teppistelli, ma gente di rango: Domenico Miceli (anch’egli medico, ex assessore comunale alla Salute di Palermo), Salvatore Aragona (altro medico).
Attualmente tutti questi medici stanno curando i loro nuovi colleghi, i detenuti

Mafia e pezzi deviati delle forze dell'ordine (tutte minchiate?)

La fuga di notizie è partita da Giorgio Riolo, l’ex maresciallo dei ROS che ha piazzato personalmente le cimici dal Gutta. Altro componente del telefono senza fili fu Antonio Borzachelli, anch’egli ex-maresciallo dei ROS di Palermo.
Attualmente questi impavidi carabinieri si stanno leccando le ferite in carcere

Mafia e imprenditoria (tutte minchiate?)
Domenico Aiello, il re delle cliniche Siciliane: ingegnere, proprietario della clinica Villa Santa Teresa, che riceveva miliardi di lire di convenzioni dalla regione. In Sicilia la sanità occupa la metà del bilancio e la gran parte di questo finisce ai privati sottoforma di convenzioni. E' la Regione (dove Totò Cannolo è presidente) a stabilire le convenzioni. Per la cronaca: in Sicilia 1500-2000 convenzioni, in Lombardia una sessantina
Anche Aiello riposa in pace in carcere

Mafia e istituzioni (tutte minchiate?)
- Totò Cannolo: presidente della Sicilia. E Cannolo i contatti con la mafia li aveva eccome; e non solo con il Gutta, ci vorrebbe tutto un post per parlarne. Ma vi bastino le parole del pentito Giuffrè: "parlando durante la campagna elettorale del 2001 con Bernardo Provenzano mi disse che dove si poteva, si doveva intervenire per far arrivare voti a Cuffaro"
- Domenico Miceli (sì, quello citato prima, quello in carcere): assessore a Palermo, uomo di fiducia del Gutta, mediatore tra questo e Totò Cannolo
- Borzachelli Antonio (sì, quello citato prima, quello in carcere): dopo essere stato maresciallo dei ROS è diventato deputato regionale
- Francesco Campanella: su questo, pentito, non basterebbe un blog. Astro nascente della politica con numerose e importanti conoscenze politiche (tra cui Totò Cannolo e Mastella, suoi compari di nozze), massone, immerso nella mafia fino al collo: presidente del Consiglio Comunale di Villabate e al tempo stesso braccio dx del boss di Villabate, Nino Mandalà

Mafia e Massoneria (tutte minchiate?)
Per coincidenza, Campanella, tra i fulcri di questo sistema mafia-istituzioni, è un massone: iscritto alla loggia massonica 582, Triquetra, dell’Oriente di Palermo.
Sempre per coincidenza Campanella fece pervenire una lettera a Mastella servendosi diAlessandro Musco, massone e MAI INDAGATO. Però fautore di un centro culturale nel Cerisdi…e quando si parla di Cerisdi non basterebbe un blog, dato che si intrecciano storie di mafia, massoneria, servizi segreti…e la strage di via d’Amelio

Mafia e servizi segreti (tutte minchiate?)
I tabulati di Riolo, Borzacchelli e Cannolo dimostrano che costoro erano in contatto telefonico con un ufficio del Sismi di Palermo. Ma naturalmente avranno parlato di altro.

Mafia e politica nazionale (tutte minchiate?)
Nella vicenda "talpe alla dda", salta continuamente fuori il nome di un partito:
- Totò Cannolo: senatore (tutt’ora) e vice segretario nazionale UDC
- Domenico Miceli: ex assessore comunale alla Salute di Palermo dell’UDC
- Borzachelli Antonio: deputato regionale UDC

Chiudo con 3 domande
1) UDC: perchè non hai scaricato immediatamente Totò Cannolo prendendo le distanze? (Ma guardando il numero di voti che porta Cannolo all'UDC - rileggete le parole di Giuffrè - penso di aver già capito la risposta)
2) Gli altri partiti: perchè non mettete spalle al muro l'UDC invece di cercarne l'alleanza? Perché consentite a Toto Cannolo di sedere tutt'ora al senato, a decidere le leggi? Secondo voi, nei disegni legge che favoriscono Cosa Nostra, Cuffaro da che parte si schiera? E’ conflitto di interessi
3) Telegiornali: ehi!! C'è qualcuno?? Qua è pieno di carne al fuoco.
4) RAI: cosa ne pensi del fatto che Totò Cannolo ha fatto parte della Commissione di Vigilanza RAI??

MAFIA: come funzionano certe cose

domenica 24 gennaio 2010

Dall’ articolo del Corriere della Sera 14/11/08 “Un posto da ricercatore, un solo candidato: il figlio del professore”:
“…c'è un concorso a un posto da ricercatore alla Facoltà di Economia (di Messina, ndr). E in quanti si presentano? In cinque? In due? No. Si presenta un solo candidato. E chi è questo candidato? È XXX, figlio del professore YYY, ordinario di AAA presso la Facoltà di Economia del medesimo ateneo fino a maggio del 2008….I candidati per la verità erano tre, ma gli altri due concorrenti dopo che avevano fatto domanda hanno preferito non presentarsi all’esame. Strano. Avevano il 33 per cento «periodico» di vincere un concorso e ad un passo dall'obiettivo
rinunciano”

Dall’articolo del Corriere dellaSera 20/11/08 “Quando il figlio del rettore di Salerno vinse senza aver pubblicato nulla
“Si assegna un posto di ricercatore universitario presso la facoltà di Ingegneria. La commissione nominata dal rettore YYY… deve giudicare, tra i sei candidati, tale XXX… proprio il figlio del rettore. In quanti si presentano alla prova scritta? Solo XXX. E gli altri cinque? Beh, magari era una bella giornata. Quindi chi è il vincitore? XXX.

Non ho intenzione di parlare dello scandalo. Ciò che importa è la vicenda in sé, perché si presta bene a spiegare come agisce la mafia (seppure la vicenda in questione con la mafia può non c’entrare assolutamente niente).
Scrive Giuseppe Ayala (magistrato del pool Antimafia di Palermo e rappresentante dell’accusa al primo maxiprocesso) nel suo libro “CHI HA PAURA MUORE OGNI GIORNO. I miei anni con Falcone e Borsellino):

“…perché il mafioso può fare il suo mestiere solo quando la sua condizione è nota. Esempio:…. E ancora, nell’assegnazione di un pubblico appalto, un imprenditore pretende che gli altri rinuncino per favorire il suo interesse. Perché costoro dovrebbero accettare quell’imposizione? Si faccia la gara e chi farà l’offerta più vantaggiosa si aggiudicherà i lavori. In un'altra occasione un imprenditore avanza la medesima pretesa e non incontra la benchè minima resistenza. Nessuno trova nulla da ridire. Il primo non era un mafioso, il secondo sì.
Il mafioso agisce accompagnato dalla forza di intimidazione che deriva dal vincolo associativo, come precisa anche il codice penale. Se gli altri non lo riconoscono come tale, come fa a intimidire qualcuno? La sua qualità, se così la vogliamo chiamare, deve perciò essere conosciuta dall’interlocutore. E’ immaginabile che qualcuno abbia timore di uno status personale che non conosce?
La proprietà transitiva comporta che le stesse considerazioni valgano nei confronti di chi, con i maiosi, è solito trattenere rapproti di qualsivoglia genere…
I politici, invece, per mera convenienza, fingono di cadere dalle nuvole


Feltri su Craxi

Il decennale della morte in latitanza di Bettino Craxi è stato per alcuni (a dire il vero pochi) un assist per il recupero della sua figura umana e politica e, di conseguenza, per screditare la magistratura.
Tra questi alcuni (a dire il vero pochi) ecco Vittorio Feltri che, su Panorama (8/1/10) scrive di Craxi: un grande uomo politico” , “E Craxi, come tutti gli altri papaveri, si adeguò” “Ciò avvenne con la collaborazione solerte del potere giudiziario che, colpendo Craxi, fu osannato dai suoi avversari e da gran parte dell’opinione pubblica ammaestrata dai media”,“Il solo che, pur a conoscenza delle grassazioni, non aveva mai grassato per sé, Craxi, fu impalato” “il merito di essere stato il più intelligente politico della sua epoca e di non avere intascato una lira del bottino

Vi sembrerà incredibile, ma guardate cosa scriveva Vittorio Feltri, in piena Tangentopoli, su "L'Indipendente", giornale di cui era editore:

"Caro Di Pietro, è meglio che si riguardi. Le faranno la guerra con disonestà, che è la loro arma migliore... Già hanno detto che lei è manovrato di Tizio, Caio e Sempronio... che lei fa il gioco oscuro di oscuri golpisti... che lei è un esaltato e agisce non per spirito di giustizia, ma per farsi bello con le folle... Ora diranno che lei in fondo non è uno stinco di santo e troveranno qualche calunniatore disposto a buttare lì qualche pettegolezzo velenoso... Se riescono a smontare lei, smontano anche l'inchiesta. La sua fortuna è di essere bravo e libero: cioè invidiato".
(L'INDIPENDENTE, 15 giugno 1992).

"Che i giudici mirassero non a moralizzare bensì a condizionare la politica è una menzogna. Onorevole Craxi, cosa vuole che importi a Di Pietro delle finalità politiche. I giudici lavorano tranquilli, in assoluta serenità: sanno che i cittadini sono dalla loro parte. Come dalla loro parte siamo stati noi, sempre"
(L'INDIPENDENTE, 16 dicembre 1992).

"Delegittimando i pentiti, gli imputati dei processi di mafia si assicurano l'impunibilità... Svalutare la deposizione di chi ha commesso un reato e si è ravveduto significa smantellare interi castelli accusatori. Ecco perché i socialisti sono tra quelli che urlano con maggior vigore contro i pentiti... Nelle deposizioni dei pentiti (che non vanno scambiati per oracoli, ma neppure respinti a priori, e sottoposti a meticolose verifiche) vi saranno forzature e falsità, ma non solo quelle. E' impossibile che tutto il castello accusatorio su Andreotti sia parto della fantasia (malata o remunerata) dei picciotti passati dalla piovra alla Giustizia"
(L'INDIPENDENTE, 4 dicembre 1992 e 21 aprile 1993)

"Hanno vinto i ladri"... Allegria!"....Un Parlamento impresentabile, pieno di concussori, corrotti, manutengoli, ha assolto Craxi e condannato Di Pietro "Allegria! siamo in un Paese, peggio che sudamericano, a questo punto"
(L'INDIPENDENTE 30 Aprile 1993)

Mai provvedimento giudiziario fu più popolare, più atteso, quasi liberatorio di questo firmato contro Craxi"

Ammesso e non concesso che un magistrato abbia sbagliato, ecceduto, ciò non deve autorizzare i ladri e i tifosi dei ladri... gli avvoltoi del garantismo... a gettare anche la più piccola ombra sulla lodevole e mai sufficientemente applaudita attività dei Borrelli e dei Di Pietro



Non c’è bisogno di commentare; le conlusioni si traggono da sole.

Certo è che quando uno così è il direttore di un giornale, ci si spiega perché l’informazione commerciale italiana va a rotoli

MAFIA: Graviano tratta con lo stato?

sabato 23 gennaio 2010

Gaspare Spatuzza è/era un membro di Cosa Nostra, in particolare uno dei killer della famiglia di Brancaccio, i Graviano. Spatuzza era agli ordini di Giuseppe Graviano, il boss che si occupò dell’organizzazione delle stragi a Roma, Milano e Firenze (vedi foto: via dei Georgofili, 200 CHILI DI TRITOLO, 5 morti tra cui una neonata e una bambina di 8 anni, 48 feriti.

Spatuzza, pentito, confessa alcune parole riferitegli in 2 occasioni da Giuseppe, il suo capo, e in 1 occasione da Filippo Graviano, fratello di Giuseppe, anch'egli boss:

Incontro con Giuseppe Graviano, allora latitante, nel 93:
“...spiegò a me e Cosimo Lo Nigro che dovevamo uccidere un bel po’ di carabinieri nel territorio romano. Io gli dissi che ci stavamo portando un bel po’ di morti che non ci appartenevano. Che a Firenze avevamo anche ucciso una bambina. Lui mi rispose che era meglio che ce li portassimo, così chi si doveva muovere si sarebbe dato una smossa. Mi disse che questi morti avrebbero portato dei benefici, specie ai carcerati”.

Incontro con Giuseppe Graviano, allora latinante, nel Gennaio 94:
Giuseppe aveva un atteggiamento gioioso, come chi ha vinto all'enalotto o ha avuto un figlio. Ci siamo seduti e disse che avevamo chiuso tutto e ottenuto quello che cercavamo e questo grazie alla serietà di quelle persone che avevano portato avanti questa storia, che non erano come quei quattro 'crasti' socialisti che avevano preso i voti dell'88 e '89 e poi ci avevano fatto la guerra. Mi vengono fatti i nomi di due soggetti: di Berlusconi..., Gravianomi disse che era quello del Canale 5, aggiungendo che di mezzo c'è un nostro compaesano, Dell'Utri. Grazie alla serietà di queste persone ci avevano messo praticamente il Paese nelle mani”.

Incontro con Filippo Graviano, carcere di Tolmezzo, 2004:
"Dobbiamo fare sapere a Giuseppe che se non arriva niente da dove deve arrivare sarà il caso di cominciare a parlare con i magistrati


11/12/09 Filippo e Giuseppe Graviano, detenuti in 41-bis, sono chiamati in tribunale a confermare le confessioni di Spatuzza:
Filippo Graviano: nega di aver parlato di tali argomenti con Spatuzza
Giuseppe Graviano: “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere perché non sto bene a causa del 41-bis, ma sarà mio dovere quando il mio stato di salute lo permetterà di informare l'Illustrissima Corte d'Appello per rispondere a tutte le domande che mi verranno poste"

Le parole di Giuseppe, il Graviano di cui interessa la testimonianza, sono importanti per 3 motivi: 1) Non nega le parole rivolte a Spatuzza, quando avrebbe potuto liquidare tutto in 2 parole “Tutte minchiate”
2) Indirettamente, avvalora le presunte parole riferite dal fratello Filippo, poi smentite dallo stesso
3) Sembra portare avanti una trattativa e ciò è di fondamentale importanza, in quanto uno dei tema focali del processo è la trattativa stato-mafia

I problemi sono 3:
1) I telegiornali italiani hanno fatto capire che i Graviano hanno smentito, screditando Spatuzza. Assolutamente falso
2) I telegiornai italiani non hanno considerato l'eventualità di una trattativa
3) Regalo di Natale 2009 a Giuseppe Graviano (condannato per strage) da parte della Corte di Assise di Palermo: revocato l’isolamento diurno. La richiesta era stata inoltrata a settembre (perché Graviano aveva già scontato la pena massima di isolamento per 3 anni, nonostante a quella condanna si fossero aggiunti poi altri ergastoli), ma la coincidenza temporale è strana vero?

Giovanni Falcone: I messaggi di Cosa Nostra

venerdì 22 gennaio 2010

Tratto dal libro di Giovanni Falcone "Cose di Cosa Nostra", scritto nel '91 (un anno prima di morire) e che consiglio di acquistare.



I messaggi di Cosa Nostra diretti al di fuori dell'organizzazione informazioni, intimidazioni, avvertimenti mutano stile in funzione del risultato che si vuole ottenere. Si va dalla bomba al sorrisetto ironico accompagnato dalla frase: « Lei lavora troppo, fa male alla salute, dovrebbe riposare», oppure: «Lei fa un mestiere pericoloso; io, al suo posto, la scorta me la porterei pure al gabinetto» due frasi che mi sono state rivolte direttamente.
Le cartoline e lettere decorate con disegni di bare o con l'eventuale data di morte accanto a quella di nascita, e pacchetti con proiettili sono riservati generalmente ai novellini, per sondare il terreno.
Quando la mafia fa telefonate del tipo: «La bara è pronta», accentuando l'inflessione siciliana, ottiene senza alcun dubbio un certo effetto.In questo caso facili da interpretare, le minacce tendono a mettere in moto un processo di autocensura. Direi anzi che si minaccia qualcuno solo quando lo si ritiene sensibile alle minacce.
La mafia è razionale, vuole ridurre al minimo gli omicidi. Se la minaccia non raggiunge il segno, passa a un secondo livello, riuscendo a coinvolgere intellettuali, uomini politici, parlamentari, inducendoli a sollevare dubbi sull'attività di un poliziotto o di un magistrato ficcanaso, o esercitando pressioni dirette a ridurre il personaggio scomodo al silenzio.
Alla fine ricorre all'attentato. Il passaggio all'azione è generalmente coronato da successo, dato che Cosa Nostra sa fare bene il suo mestiere.



Ciò che colpisce è la mostruosa lucidità con cui Giovanni affrontà la realtà e va incontro al suo destino.
In un intervista, dove gli domandavano se fosse un eroe senza paura, rispose: "L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno. L'importante è saper convivere con la propria paura senza farsi condizionare dalla stessa. Il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza"

70esimo anniversario di Paolo Borsellino

martedì 19 gennaio 2010


Oggi 19/01/2010 si è preferito continuare a celebrare la morte di un ex-capo del governo corrotto, condannato a 10 anni di carcere, latinante all'estero per sfuggire alla pena inflittagli dallo stato che derubato.


Ma quanti in televisione, oggi, hanno ricordato il 70esimo anno dalla nascita di Paolo Borsellino??

Vero servitore della Stato, vittima dello Stato di cui era servitore.
Era a conoscenza dell'arrivo in sicilia del tritolo destinato a lui, e nessuno fece niente: nè lui, che poteva fuggire, nè lo Stato che doveva aiutarlo.

Durante gli ultimi giorni di lavoro frenetico, al collega Giuseppe Ayala che lo invitò a riposarsi un pò, a stare un po a casa con la moglie e i figli, rispose "Non mi resta molto tempo"


GRAZIE PAOLO

INFLUENZA A: conflitto di interessi?


Giovanni Falcone (servitore dello stato martire di un sistema di vermi), a un giornalista che chiedeva cosa lo aveva maggiormente colpito nei suoi viaggi all’estero, rispose: “Mi ha favorevolmente impressionato l’informazione che vi è spesso nei giornalisti esteri in ordine ai problemi che apparentemente riguarderebbero solo l’Italia

Eravamo negli anni 80. Oggi, che le cose sono cambiate, l'eroico giudice sarebbe impressionato anche dalla disinformazione che vi è spesso nei telegiornali italiani in ordine a problemi che apparentemente riguarderebbero solo l’Italia.


Facciamo un esempio
Dal 8 Maggio 2008 al 13 Dicembre 2009, la carica di Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali è rivestita da Maurizio Sacconi (ex PSI).

Quindi, in quanto Ministro, in campo sanitario, Sacconi si occupava di:

- Stabilire tramite l’AIFA (Agenzia italiana farmaci) i prezzi dei farmaci, quali immettere e quali ritirare dal commercio

- Controllare Farmindustria (che riunisce 200 aziende farmaceutiche italiane) per quanto riguarda i prodotti, la loro immissione in commercio e la loro presentazione (pubblicità, etichette…); nonché dell’avviamento dell’impresa e della natura degli stabilimenti


Purtroppo la moglie di Sacconi è Enrica Giorgetti, guarda caso direttrice generale di Farmindustria.

Chiaramente si tratta di conflitto di interesse.


Ma l’informazione commerciale, ossia la televisione, tace. Eppure il fatto è talmente eclatante che ne accorgono dall’Inghilterra.

E qui torniamo a quanto disse il nobile italiano: Nature (LA rivista scientifica per eccellenza, assieme a Science), scrive il 7 agosto del 2009 un dettagliato articolo dal titolo "Cleanhands, please" (Mani pulite, per favore). Ecco un estratto:

"Per di più le connessioni tra i Ministeri della sanità e del welfare con il sistema industriale sono sgradevolmente strette: per esempio la moglie del ministro Maurizio Sacconi è direttrice generale di Farmindustria, l'associazione che promuove gli interessi delle aziende farmaceutiche ... Infatti il Governo Berlusconi ha già manifestato l'inquietante tendenza di permettere a interessi industriali di estendere la loro influenza su agenzie dello Stato…. Il Governo dovrebbe pensare due volte se può essere il caso di riaprire la porta che è stata sbarrata dopo il caso Poggiolini"


VOGLIO ANDARMENE

INFLUENZA A: la pessima informazione italiana

giovedì 14 gennaio 2010

L'ultimo post sulla trilogia "Influenza A" è dedicato al modo stravagante con cui la nostra (dis)informazione commerciale ha gestito il caso, raccontando immmani palle
Per comprende depistaggio bastano poche nozioni di infettivologia:
- In base a caratteristiche strutturali esistono 3 tipi di virus influenzale: A (più comune), B (epidemia ogni 2-3 anni), C (raro).
- Il virus ha 2 proteine esterne, dette H (15 tipi) e N (9 tipi). In base al tipo di H e N si ha un diverso virus (ad esempio A-H1N1)
- H e N consentono riconoscimento ed eliminazione del virus da parte del sistema immunitario tramite gli anticorpi. Questi persistono e consentono la rapida eliminazione dello stesso virus qualora si ripresentasse.
Tuttavia, circa ogni hanno, i geni delle proteine mutano lievemente, cosicchè il tipo di proteina sarà sempre lo stesso (se H1 era, H1 rimane) ma la proteina sarà di poco diversa; il riconscimento degli anticorpi non sarà ottimale è si ha l'infezione. Ciò spiega le epidemie annuali
Purtroppo, a volte le mutazioni genetiche sono così importanti da comportare un cambiamento del tipo di proteina (ad esempio da H1N1 ad H5N1) e quindi di virus: gli anticorpi non sono totalmente in grado di riconoscere il virus e si avrà un alto tasso di infezione che, se associato a efficace trasmissione uomo-uomo ed alta virulenza, può causareuna pandemia influenza
- Il problema di quest'anno è che il virus A H1N1 suino ha compiuto il salto di specie: è diventato in grado di infettare anche l'uomo. Inizialmente, tra gli scienziati, l'allarme era giustificato perchè il salto di specie fu alla base delle ultime disastrose pandemie (come la Spagnola). Tuttavia il virus si è dimostrato poco virulento, addirittura meno del solito.
- La diagnosi di influenza è clinica, basata sui sintomi (febbre, tosse, malessere, mal di testa...). Con esami di laboratorio su sangue o escreato si può riconoscere virus influenzale (quando non si riesce a far diagnosi) e distinguere il tipo (ad esempio H1N1 o H3N2), ma . La distinzione tra sottotipi (ad esempio H1N1 umano e suino) è praticata solo in centri specializzati e praticamente solo per scopi di ricerca epidemiologica
DEPISTAGGIO 1: NUOVA INFLUENZA, INFLUENZA A
L'influnza A tipo H1N1 è la comune influenza, che conosciamo da circa 30 anni, perciò non è affatto nuova.
Sarebbe stato corretto dire "nuova influenza A H1N1 suina". Il problema è che la distinzione fra virus umano e suino non è mai eseguita in ospedale. Perciò, non potendo dire altro che Influenza A, ci hanno bombardato in modo da spacciarci il termine "influenza A" per il nuovo virus suino

DEPISTAGGIO 2: I MORTI PER INFLUENZA A
Non essendo abituati a notifiche televisive sulle vittime quotidiane dell'influenza, quest'anno sembra davvero una strage: la morte era quasi all'ordine del giorno.
Eppure i morti quest'anno sono stati di meno. Infatti ogni anno l'influenza fa circa 1000 vittime: se ci fosse stato l'aggiornamento televisivo anche in passato, i TG ci avrebbero raccontato 6 decessi al giorno

DEPISTAGGIO 3: PRIMA VITTIMA SENZA ALTRE PATOLOGIE
Da sempre i decessi per influenza hanno quasi sempre riguardato bambini piccoli o anziani con pluripatologie. Parlare di numerose vittime non appartenenti a queste 2 categorie sarebbe stata una notizia.
Peccato che il giorno dopo la notizia, arrivava sempre la smentita. Poi, stufi di mentire, non è che hanno deciso di informarsi meglio prima di annunciare "prima vittima precedentemente sana"....ma ha scelto di smettere di smentire. E così, quasi ogni giorno, si aveva la prima vittima precedentemente sana

MA PERCHE'?

Penso che vi siano almeno 2 buoni motivi per i quali la nostra (dis)informazione si è comportata in questo modo:
1) Lo stato vuole evitare la figuraccia, giustificando la spesa, e recuperare i soldi buttati
2) Audience: una notizia è tale se fa audience. E cosa fa più notizia di un nuovo e letale virus che si sta distribuendo a macchia d'olio in tutto il mondo minacciando una pandemia?

VOGLIOANDARMENE

INFLUENZA A: siamo dei polli


Riprendiamo il discorso sull'influenza A capendo qualcosa in più sui contratti che il nostro governo ha stretto con le case farmaceutiche.


Dopo l'aviaria (2004) il governo italiano stringe contratti preventivi con 3 aziende farmaceutiche, tra cui la Novartis, in modo da non essere sprovvisto di vaccini durante una futura eventuale pandemia influenzale.
Sono contratti che stabiliscono diritto di prelazione sulla futura produzione, ossia il governo paga subito affinchè la casa farmaceutica, in un eventuale futuro, rivenda.


Il contratto con la Novartis di allora è alla base di quello firmato nel 2009 per il vaccino dell'influenza A. Tale contratto è stato definito "totalmente sbilanciato a favore della multinazionale" dalla Corte dei COnti. Vediamo perchè:

1) Fornitura scaglionata in 3 parti: qualora l'eventuale (eufemismo) pandemia fosse cessata si sarebbe dovuto comunque acquistare gli inutili stock rimanenti (l'ultimo arrivera il 31 marzo)

2) Non erano previste multe o penalità in caso di mancata consegna nei tempi prestabiliti. In caso di mancata autorizzazione per l'immissione in commercio del farmaco il governo avrebbe dovuto comunque versale 24 milioni alla Novartis
3) Vaccino costa quasi il doppio rispetto a quello normale degli altri anni


Risultato: 24milioni di vaccini acquistati; 814mila vaccini utilizzati. 184milioni di euro persi.

E tutto questo per un virus che si sapeva fin da subito essere meno pericoloso di quelli che circolano normalmente


Di chi è colpa?

Maroni è un selvaggio??

mercoledì 13 gennaio 2010


Avrei voluto portare avanti il discorso sull’influenza A, ma purtroppo il senatore Giovanni Torri (Lega Nord) ha parlato: “Mi chiedo se questi selvaggi debbano essere considerati fratelli dalla dottrina cattolica”.

Si parla di Rosarno. Il giornalista Carlo Tecce aiuta il senatore, uomo evidentemente civile, moderato e oltremodo sensibile, a correggere il tiro “E’ tra virgolette, mi riferivo a quel nigeriano che ha morso all’orecchio un poliziotto di Modena”.
Dato che si stava parlando di Rosarno, il giornalista,(immagino incredulo), chiede: “Ma Rosarno che c’entra??”. Poi l’intervista prosegue.


Le frasi del civile e moderato senatore si commentano da sole, quindi non sprechiamo tempo.
Piuttosto mi chiedevo “Ma quindi, secondo il civile e moderato senatore, il nostro Ministro degli Interni Roberto Maroni sarebbe un selvaggio??”


C’è poco da scherzare, la domanda è lecita se richiamiamo alla memoria una tragicomica vicenda avvenuta nel ’96 e che vide protagonista il nostro ministro: a quei tempi tal Corinto Marchini, primo capo delle “camicie verdi”, era sotto inchiesta per attentato all’unità dello stato.
Sospettando che la sede federale di Milano della Lega Nord fosse a disponibilità dell’indagato, il PM Papalia ne dispose la perquisizione. Ma i leghisti opposero resistenza fisica alla polizia e si arrivò alla colluttazione.
Ed è a questo punto che Maroni, preso dalla foga, da terra morsicò alla caviglia un poliziotto, ferendolo.

Tutto ciò gli costo una condanna definitiva in Cassazione per resistenza a pubblico ufficiale (gli andò bene perché nel frattempo fu abrogato il reato di oltraggio a pubblico ufficiale) ma, soprattutto, un soprannome: ZANNA BIANCA MARONI.



La prossima volta, se il civile e moderato senatore me lo concede, tornerò a parlare di inluenza A

INFLUENZA A: la falsa pandemia

martedì 12 gennaio 2010


Una falsa pandemia orchestrata per fare miliardi con i vaccini”.

Questa la bomba lanciata da Wolfang Wodarg, presidente della Commissione Sanità del Consiglio d’Europa, medico ed epidemiologo, in un intervista a “Humanitè” del 6/01/10.


Qui di seguito riporto alcuni punti salienti. Se siete interessati alla versione integrale (in inglese), ecco: http://www.wodarg.de/english/3022481.html


“Mi insospettii immediatamente quando arrivò il primo allarme dal Messico: neanche 1000 malati e già si parlava della pandemia del secolo. Tutto ciò perché il virus era nuovo, ma virus nuovi compaiono ogni anno.


Dare l’allarme non era giustificato, ma fu possibile perché la WHO (Organizzazione Mondiale Sanità), a Maggio, cambiò la definizione di pandemia: epidemie in molti Paesi contemporaneamente senza che ci fosse necessariamente un alto tasso di mortalità (prima, quest'ultima dato era indispensabile).

Si disse che il virus era pericoloso perché la popolazione non aveva difese immunitarie idonee, ma ciò è falso: osservammo che persone con più di 60 anni avevano già gli anticorpi, il che significa che avevano già contratto un virus analogo. Infatti della popolazione over 60 anni (a cui fu raccomandato di vaccinarsi rapidamente) praticamente nessuno contrasse la malattia.

Altra cosa che mi insospetti è che la WHO raccomandò 2 iniezioni per il vaccino, anziché una come sempre, senza che ci fosse una giustificazione scientifica.
Inoltre la WHO raccomandò di usare i nuovi vaccini e non di “completare”, perfezionare quelli vecchi con le nuove particelle di H1N1 (come si fa ogni anno), che è la scelta più sicura ed economica. Questa scelta ha messo a rischio la salute dei pazienti perché i nuovi vaccini, che dovevano essere disponibili rapidamente, furono arricchiti con additivi i cui effetti sull’uomo non sono ancora stati testati; e si utilizzarono terreni di coltura mai utilizzati prima d’ora.

Perché capire cosa sta dietro a tutto ciò dobbiamo tornare ai tempi dell’influenza aviaria, a cavallo tra 2005 e 2006: a livello internazionale si elaborarono strategie per garantire che, in caso di allerta pandemia, si potesse avere rapidamente a disposizione la fornitura idonea di vaccini. Così iniziarono trattative fra case farmaceutiche e governi: le case producevano, i governi assicuravano che avrebbero comprato tutto.
Dare l’allarme è stata un occasione d’oro per le case farmaceutiche di accrescere la loro reputazione agli occhi dei governi e di indurli a finanziare ulteriormente la loro attività.

Tutto questo è stato possibile perché un gruppo di componenti della WHO è strettamente associato all’industria farmaceutica. Ad esempio Klaus Stohr (capo del dipartimento epidemiologico WHO ai tempi dell’aviaria) è diventato un membro dell’esecutivo della Novartis (principale casa produttrice di vaccino, ndr)
La campagna di vaccinazione non necessaria ha causato spreco di denaro pubblico
"


Naturalmente, in Italia, il problema non poteva essere semplicemente questo:

1) Siamo il Paese che ha stretto l’accordo meno favorevole per sé e più vantaggioso per le case farmaceutiche

2) L’informazione commerciale non solo si è limitata a non dire, ma ha addirittura depistato

Ma di tutto ciò si discuterà prossimamente, arrivederci

Rosarno e 'Nrangheda - Silenzio e sussurri

domenica 10 gennaio 2010

ROSARNO. Il recente episodio di cronaca “nera” è stato occasione per discuter di tutto: immigrazione, razzismo, diritti umani… Ma di una cosa non si è parlato o comunque se ne è parlato poco, quasi a voce sommessa: la ‘ndrangheda. Ed essendo la ‘ndrangheda introversa e timida– odia far parlare di sé - io decido di urlare ”’NDRANGHEDA” con un paio di riflessioni personali.

Rosarno è una cittadina senza sindaco (ex-giunta sciolta per infiltrazioni mafiose) e senza commissariato di polizia. Non mi pare azzardato dare ragione al comitato locale dei cittadini quando sostiene “Qui lo Stato non c’è”.


Siamo in una regione, la Calabria, dove il sodalizio mafia – parte del potere imprenditoriale –parte del potere politico – parte del potere giudiziario ha raggiunto un’ottimo e indisturbato stato di “concordia”. Onesti imprenditori, onesti politici e onesti magistrati provano a disturbare, a dare qualche scossone, ma l’equilibrio appare solido.
Chi potrebbe dare delle spinte determinanti è l’opinione pubblica…ed è per questo motivo che piace il silenzio o, al massimo il sussurrare


Dunque volevo porre il primo spunto per una riflessione, fino ad ora ignorato dall'informazione commerciale: quanto ha contribuito la ‘NDRANGHEDA a ciò che sta accadendo in questi giorni?


Mia modesta opinione: l’immigrazione clandestina è un affare che rimpingua la cassa mafiosa. Si tende quasi a pensare a pescherecci, dove per ammiraglio e ciurma si ha gente che ha voglia di arrotondare, carichi di clandestini, che vanno dall’Africa all’Italia. Poi i clandestini, o che vada bene o che vengano beccati, raggiungono comunque lo Stivale e quindi iniziano a cercare lavoro.

In realtà, le fantastiche crociere sul Mediterraneo sono organizzate dalla mafia, che incassa l’alto prezzo del biglietto. Dunque, la mafia, gira i clandestini a queste sottospecie di industrie, che a loro volta guadagnano: costano poco (20-25 euro al giorno, vale a dire la metà di un italiano); lavorano in nero; fanno lo sporco lavoro che oggi nessuno vuole più fare.

Ma con gli affari della mafia non si interferisce. L'informazione commerciale si è forse mai occupata di trasporta questi clandestini? Si parla della guardia costiera che intercetta le imbarcazioni, ma mai dei loro? Si parla del lavoro in nero ma mai di chi sfrutta il lavoro in nero. Purtroppo l’informazione commerciale preferisce concentrarsi sul clandestino in sé. Sul resto silenzio e sussurri

Alla fine è un po come la prostituzione, altro affare mafioso. L’informazione commerciale si occupa di prostitute e clienti, ma sui papponi rigorosamente silenzio e sussurri

L’informazione commerciale
non ne parla, ma Rosarno si: “qui c'è poco da ragionare: ci dovete liberare dalla 'Ndrangheta”, dice un cittadino al prefetto



L’altro spunto interessante, di cui non si parla o si sussurra, ve lo espongo direttamente con le parole di due cittadini calabresi, i commenti non servono:

Domenico Bagnato, commisaro mandato da prefetto per sostituire la giunta sciolta: “Appare strano che due immigrati siano stati feriti in concomitanza con la riunione per l’ordine e la sicurezza pubblica”.
Peppino Lavorato, storico sindaco antimafia “La Calabria e la 'Ndrangheta erano in prima pagina, ora, dopo gli spari di quei due picciotti, la rivolta dei neri ha conquistato i grandi titoli. Forse i boss puntavano a questo”.



Come detto si tratta di spunti, il cui scopo non è trovare accoliti né fare politica, ma indurre a riflettere e discutere, per rompere silenzi e sussurri. Anche sostenere “E’ una fesseria, la ‘ndrangheda non c’entra con questo” è assolutamente necessario, perché aiuta a sollevare rumore in un campo dove, ripeto ancora una volta, si desidera il silenzio e il sussurrare

 
 
 

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