INFLUENZA A: la falsa pandemia

martedì 12 gennaio 2010


Una falsa pandemia orchestrata per fare miliardi con i vaccini”.

Questa la bomba lanciata da Wolfang Wodarg, presidente della Commissione Sanità del Consiglio d’Europa, medico ed epidemiologo, in un intervista a “Humanitè” del 6/01/10.


Qui di seguito riporto alcuni punti salienti. Se siete interessati alla versione integrale (in inglese), ecco: http://www.wodarg.de/english/3022481.html


“Mi insospettii immediatamente quando arrivò il primo allarme dal Messico: neanche 1000 malati e già si parlava della pandemia del secolo. Tutto ciò perché il virus era nuovo, ma virus nuovi compaiono ogni anno.


Dare l’allarme non era giustificato, ma fu possibile perché la WHO (Organizzazione Mondiale Sanità), a Maggio, cambiò la definizione di pandemia: epidemie in molti Paesi contemporaneamente senza che ci fosse necessariamente un alto tasso di mortalità (prima, quest'ultima dato era indispensabile).

Si disse che il virus era pericoloso perché la popolazione non aveva difese immunitarie idonee, ma ciò è falso: osservammo che persone con più di 60 anni avevano già gli anticorpi, il che significa che avevano già contratto un virus analogo. Infatti della popolazione over 60 anni (a cui fu raccomandato di vaccinarsi rapidamente) praticamente nessuno contrasse la malattia.

Altra cosa che mi insospetti è che la WHO raccomandò 2 iniezioni per il vaccino, anziché una come sempre, senza che ci fosse una giustificazione scientifica.
Inoltre la WHO raccomandò di usare i nuovi vaccini e non di “completare”, perfezionare quelli vecchi con le nuove particelle di H1N1 (come si fa ogni anno), che è la scelta più sicura ed economica. Questa scelta ha messo a rischio la salute dei pazienti perché i nuovi vaccini, che dovevano essere disponibili rapidamente, furono arricchiti con additivi i cui effetti sull’uomo non sono ancora stati testati; e si utilizzarono terreni di coltura mai utilizzati prima d’ora.

Perché capire cosa sta dietro a tutto ciò dobbiamo tornare ai tempi dell’influenza aviaria, a cavallo tra 2005 e 2006: a livello internazionale si elaborarono strategie per garantire che, in caso di allerta pandemia, si potesse avere rapidamente a disposizione la fornitura idonea di vaccini. Così iniziarono trattative fra case farmaceutiche e governi: le case producevano, i governi assicuravano che avrebbero comprato tutto.
Dare l’allarme è stata un occasione d’oro per le case farmaceutiche di accrescere la loro reputazione agli occhi dei governi e di indurli a finanziare ulteriormente la loro attività.

Tutto questo è stato possibile perché un gruppo di componenti della WHO è strettamente associato all’industria farmaceutica. Ad esempio Klaus Stohr (capo del dipartimento epidemiologico WHO ai tempi dell’aviaria) è diventato un membro dell’esecutivo della Novartis (principale casa produttrice di vaccino, ndr)
La campagna di vaccinazione non necessaria ha causato spreco di denaro pubblico
"


Naturalmente, in Italia, il problema non poteva essere semplicemente questo:

1) Siamo il Paese che ha stretto l’accordo meno favorevole per sé e più vantaggioso per le case farmaceutiche

2) L’informazione commerciale non solo si è limitata a non dire, ma ha addirittura depistato

Ma di tutto ciò si discuterà prossimamente, arrivederci

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che peccato che nessuno lasci un commento..che nessuno dimostri di aver letto davvero quello che c'è scritto..spero che prima o poi qualcuno ti segua...tu continua a farlo,almeno qualcuno che ci informa c'è...

Anonimo ha detto...

C'è di buono che noi italiani siamo abituati a essere presi per il quolo

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